Comiran – Ricostruzione storica di un insediamento nobiliare nel territorio di Setteville 

Passeggiando oggi tra le viuzze tranquille e silenziose di Colmirano (Comiran), frazione immersa nel verde delle Prealpi Bellunesi, è difficile immaginare che questo borgo fu un tempo teatro di nobili vicende, crociate, fasti aristocratici e antichi palazzi. Eppure, sotto la quiete attuale, il suolo di Comiran custodisce una storia che affonda le radici nell’Anno Mille. 

Là dove ora sgorga l’acqua della fontana di piazza, sorgeva il palazzo fortificato dei Signori da Comirano, probabilmente circondato da una piccola corte feudale, le abitazioni dei coloni e le terre da coltivare. Il nome della famiglia, che darà anche il nome al borgo, è documentato fin dal 1106: un certo Vincenzo da Comirano partì infatti alla volta della Prima Crociata, al seguito del condottiero Giovanni da Vidor, lasciando traccia del suo coraggio nei registri medievali. 

Un altro segno tangibile del potere e della presenza dei da Comirano si ritrova nel 1325, anno in cui un discendente – Giacomo da Comirano – volle far erigere una piccola chiesa dedicata a San Giacomo, confermando il ruolo di guida spirituale oltre che civile della famiglia. 

Un’ulteriore traccia storica sopravvive scolpita nella pietra: l’arco in ingresso all’abitato, dove si legge l’iscrizione “1641 VC”, verosimilmente legata a un altro Vincenzo da Comirano. Ma proprio da qui, le tracce dei da Comirano iniziano a dissolversi nel mistero. Non si conosce con certezza il passaggio di potere dai primi signori alla nuova famiglia che darà lustro al borgo nel Seicento: i Conti Franzoia. 

I Franzoia, mercanti benestanti provenienti dal Vicentino, arrivarono a Colmirano intorno al 1641, portando con sé ricchezze, titoli nobiliari e una visione più mondana della vita. Fu in questo periodo che sorse, sopra le rovine dell’antico castello, un elegante palazzo signorile, impreziosito da un grande cancello d’ingresso ornato da quattro statue, tra cui le figure mitologiche di Ercole e Sileno, simboli di forza e sapienza. 

Il Palazzo Franzoia divenne per decenni fulcro della vita sociale e politica della zona. Vi si tenevano feste sontuose e ricevimenti, ai quali accorrevano carrozze da Venezia e Treviso, con dame in abiti di seta e cavalieri con mantelli ricamati, tra musica, danze e discussioni di affari. 

Con la caduta della Serenissima e la successiva occupazione austriaca, iniziò il declino dei Franzoia. Le fortune si assottigliarono, e gli ultimi beni della famiglia furono ceduti tramite matrimonio ai Conti Loschi di Povegliano, ramo collaterale dell’antica nobiltà veneziana. Il palazzo cambiò nome e divenne noto come Palazzo Loschi. 

Il colpo finale giunse con la Prima Guerra Mondiale. Il palazzo, come molte altre strutture storiche della zona, fu distrutto, e le sue macerie vennero utilizzate per ricoprire le strade del paese. Dell’antico splendore restano oggi solo l’arco d’ingresso, alcuni archi in pietra affacciati sulla piazza (forse appartenenti agli antichi magazzini) e la volta delle scalette, che sembrano voler sussurrare, a chi sa ascoltare, storie di dame, guerrieri e nobili scomparsi. 

Colmirano oggi è un angolo di memoria immerso nel silenzio, ma per chi ama il turismo lento e il fascino delle storie dimenticate, è un luogo che merita una sosta. Dietro ogni pietra, ogni arco, ogni muro antico, si nasconde un pezzo di un passato nobile e affascinante, tutto da riscoprire. 

 

Coordinate 45.912295, 11.915684